SPHEREx, acronimo di Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer, è una missione della NASA che ha il compito di mappare 96 diverse bande di colore raccogliendo dati da un campione di 100 milioni di stelle che si trovano nella Via Lattea e da 450 milioni di galassie e aprendo, con questa fase operativa, nuove frontiere all’astrofisica.
Si tratta, semplificando la situazione, di una sorta di “grandangolo” rispetto al telescopio spaziale James Webb che già ha fornito centinaia di immagini estremamente suggestive e utili alla ricerca scientifica.
Tra gli scopi principali della missione SPHEREx, le cui prime immagini sono state pubblicate all’inizio di aprile, c’è quello di cercare molecole organiche e presenza di acqua in dischi protoplanetari e nubi stellari, elementi essenziali per comprendere l’origine della vita nell’universo.
SPHEREx rileva frequenze invisibili all’occhio umano, comprese tra tra 0,75 e 5 micrometri, che permettono di analizzare la composizione chimica dei corpi celesti osservati e mappare la storia dell’universo.
Rendere evidente l’invisibile è anche uno dei messaggi centrali della Pasqua cristiana: rinnovare, restituire vita, valorizzare tutta la storia precedente, proiettare nella speranza. La luce che svela l’universo diventa ispirazione per i cammini interiori, illuminando con fiducia e meraviglia gli orizzonti di senso.
Marco Sanavio, direttore #CubeLive
Immagine: rendering JPL-NASA