Psicologia IUSVE: l’impatto della realtà virtuale nella terapia della reminiscenza

Il progetto di ricerca sulla terapia della reminiscenza avviato nel corso dell’anno accademico 2023-2024, guidato dall’autore e direttore scientifico Davide Maria Marchioro, responsabile dell’area di Psicologia dell’Istituto universitario salesiano (IUSVE), e supervisionato dalla direttrice operativa Maria Lucia Caniglia, ha coinvolto anche figure di rilievo esterne all’Istituto universitario come Roberto Trombetta, CEO dell’azienda pordenonese Niceville e tirocinanti a supporto della ricerca. La scelta di investigare sull’uso della realtà virtuale nella terapia della reminiscenza nasce dalla crescente necessità di approcci terapeutici innovativi e non farmacologici per migliorare la qualità della vita degli anziani affetti da demenza.

La terapia della reminiscenza si basa su una metodologia che utilizza il ricordo di eventi passati per migliorare il benessere psicologico dei pazienti. Viene effettuata attraverso conversazioni guidate, l’uso di oggetti, fotografie e, in tempi più recenti, tecnologie avanzate come la realtà virtuale. Questo approccio è particolarmente utile per i pazienti anziani, poiché può stimolare la memoria autobiografica e fornire conforto emotivo.

La ricerca intrapresa dall’Area di Psicologia dello IUSVE si svolgerà nell’arco di un anno, da marzo 2024 a febbraio 2025. L’aumento della popolazione anziana e la prevalenza di condizioni come la demenza pongono sfide significative nei settori della salute e dell’assistenza sociale. In questo contesto, l’adozione di soluzioni tecnologiche come la realtà virtuale offre nuove opportunità per affrontare tali sfide e migliorare il benessere degli anziani.

Le attività avranno luogo presso i centri diurni Casetta Michelino e F.A.I. Padova e , coinvolgendo pazienti anziani di età superiore ai 60 anni. Il progetto si articola in diverse fasi specifiche: pre-test, trattamento, post-test e follow-up. Le sessioni di terapia della reminiscenza assistita dalla realtà virtuale dureranno 30 minuti, includendo sia la fase terapica che un momento di relax e si svolgeranno un paio di volte alla settimana per una durata di sei settimane presso le strutture dei Centri Diurni. Ogni fase prevede interviste pre e post-immersione per valutare l’efficacia del trattamento.

Attualmente, il progetto si basa su solide basi teoriche e sulla letteratura esistente. La terapia della reminiscenza, inizialmente descritta da Butler (1963), ha dimostrato una notevole efficacia nel migliorare la qualità della vita degli anziani affetti da demenza attraverso l’evocazione di ricordi piacevoli e la stimolazione delle funzioni cognitive residue. Studi come quello di Niki et al. (2019) hanno evidenziato come l’uso della realtà virtuale (RV) possa amplificare questi benefici, creando esperienze immersive e personalizzate che superano i limiti dei metodi tradizionali. La ricerca intende costruire su queste evidenze, esplorando ulteriormente come la RV possa migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da demenza attraverso la terapia della reminiscenza.

In base a studi pregressi e alla comprovata efficacia della terapia della reminiscenza, ci si attende che l’integrazione della realtà virtuale possa portare a miglioramenti significativi nella memoria autobiografica e nella cognizione dei partecipanti. Inoltre, si spera di osservare una riduzione dei livelli di ansia e depressione. I risultati completi dello studio saranno presentati all’European Congress of Psychology nel luglio 2025 a Paphos, Cipro, e pubblicati su riviste peer-reviewed per contribuire alla conoscenza scientifica nel campo della terapia della reminiscenza e della salute degli anziani. Le prospettive future includono la continuazione della ricerca per affinare le tecniche di intervento e l’espansione dell’uso della realtà virtuale in contesti clinici e comunitari.

Valerio Bertoncin per #cubelive

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