Il convegno “La parola sorgiva: da Valdocco a Barbiana“, tenutosi il 10 maggio 2024 presso l’Aula Magna del campus IUSVE di Mestre, ha rappresentato un’importante occasione di riflessione sul potere generativo del linguaggio nella formazione. Organizzato dall’Area di Pedagogia, l’evento ha esplorato il ruolo fondamentale della parola come veicolo di relazione, creatività e trasformazione sociale.
Spunto inziale del convegno l’intervista condotta da Margherita Cestaro, docente aggiunto dell’Area di pedagogia IUSVE e tra i principali organizzatori del convegno, ad Agostino Burberi, presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani, dalla quale sono emersi i tratti essenziali dell’esperienza formativa vissuta da uno dei primi sei allievi della scuola di Barbiana.
Burberi ha ricordato con vivida emozione la personalità di don Milani e la sua dedizione agli studenti e ha descritto la scuola di Barbiana come un luogo nel quale l’apprendimento era essenzialmente esperienziale e pratico, con un’attenzione particolare all’approfondimento delle competenze attraverso la costruzione di strumenti e laboratori fatti in casa. Ha, poi, sottolineato l’importanza della parola nell’approccio educativo di don Milani, che si dedicava a insegnare ai giovani il potere e il significato del linguaggio non solo come strumento di comunicazione quanto piuttosto come mediatore che consente di comprendere gli altri e il mondo che li circonda.
«Penso che la parola di don Lorenzo Milani possa risuonare particolarmente significativa oggi come mai prima d’ora – ha commentato Margherita Cestaro – considerando l’emergenza educativa umana ed etica che stiamo affrontando. Il nostro obiettivo principale è quello di dare memoria e contemporaneità al pensiero pedagogico ed educativo del maestro di Barbiana, pur inserendoci nel contesto dei numerosi eventi promossi in occasione del Centenario della sua nascita».
Intense e, per alcuni aspetti, inedite le proposte dei relatori della sessione di lavori mattutina Domenico Simeone, Giuseppe Milan, Loris Benvenuti e Carlo Presotto, che hanno declinato peso e senso della parola in diversi contesti, sottolineandone il valore terapeutico, formativo, espressivo e trasformativo e tracciando il legame tra il maestro di Barbiana e il santo di Valdocco promuovendo una visione dell’educazione fondata sulla speranza e sulla fiducia nel potere “sorgivo” della parola, sulla consapevolezza e sul dialogo autentico. In particolare Benvenuti, docente aggiunto dell’Area di Pedagogia dello IUSVE, ha aggiunto a margine del suo intervento come relatore all’interno del convegno: «nonostante il secolo di differenza ci sono alcune similitudini tra la figura di don Bosco e quella di don Milani, specialmente nel modo in cui entrambi hanno influenzato la vita dei giovani e affrontato tematiche legate all’istruzione e alla fede».
Il convegno ha fornito uno spazio per l’approfondimento di tematiche cruciali come l’importanza dell’ascolto, la pedagogia trasformativa e il potenziale terapeutico della comunicazione. Lisa Zeriali, rappresentante del primo anno del corso di licenza dell’Area di Pedagogia IUSVE in Progettazione degli interventi socio-educativi, ha sottolineato l’importanza della generatività della parola come fonte di relazione e veicolo per trasformare il mondo e promuovere la crescita personale.
Il convegno, che ha visto una fase laboratoriale pomeridiana condotta dai docenti IUSVE Alberto Baccichetto, Andrea Conficoni, Laura Elia, Andrea Pozzobon e Claudia Puzzovio e Luciana Rossi, si è concluso con una sintesi dei temi trattati promuovendo una visione dell’educazione fondata sull’empatia, la consapevolezza e il dialogo aperto.
Valerio Bertoncin per #cubelive – foto di Marica Padoan