Conferito al criminologo Silvio Ciappi, laureato in Giurisprudenza, Psicologia e specializzato in criminologia clinica, il Premio “SCRIVI 2024” per il suo contributo pionieristico nel settore, in occasione di un evento dedicato all’approfondimento dal titolo “Predatori, Giù in basso, verso l’umano…” tenutosi nella sede di Salesiani Don Bosco Mestre sabato 6 aprile 2024.
Il convegno ha riunito esperti di fama internazionale tra i quali Giorgio Stefano Manzi, colonnello dell’Arma e i docenti universitari Antonino Giorgi, Mauro Berti e Marco Monzani, direttore del centro SCRIVI, per discutere tematiche legate all’analisi criminologica e relazionale di fenomeni criminali efferati e seriali.
«Va in archivio con grande soddisfazione la decima edizione del Premio SCRIVI – ha affermato il prof. Marco Monzani – Al di là della grande partecipazione che ha visto ancora una volta, come le edizioni precedenti, l’Aula Magna gremita di persone, e soprattutto di studenti, la soddisfazione deriva dal fatto che non solo il vincitore del premio, Silvio Ciappi, ma anche tutti gli altri relatori della giornata, oltre ad essere scienziati e professionisti di fama nazionale e internazionale, fanno anche parte del corpo docenti di IUSVE, in particolare del Diploma/Master Universitario in Criminologia e Psicologia investigativa e del Corso di Laurea magistrale/Licenza in Psicologia clinico-giuridica presso la sede di Verona. Questo a significare che il Centro SCRIVI, oltre a essere un Centro di Studi e Ricerche, rappresenta una vera e propria scuola di Criminologia e un punto di riferimento importante per la comunità scientifica oramai da una decina di anni a questa parte».
Silvio Ciappi nel corso della sua lectio magistralis ha sottolineato l’importanza di comprendere la complessità della mente umana di fronte al male. «Non ho mai visto mele marce fin dall’inizio – ha affermato il criminologo – ho sempre visto mele messe in contenitori marciti che poi sono andati a male. Credo che il lavoro di criminologo consista nel sapere individuare la ferita profonda che ha dato origine ad atti così tragici e assurdi».
L’evento si è rivelato come opportunità per approfondire argomenti di rilevanza sociale e scientifica, offrendo una panoramica approfondita sui progressi nel campo della criminologia e della vittimologia.
I partecipanti hanno avuto l’occasione di interagire con i relatori, arricchendo il dibattito e ampliando le prospettive su questioni cruciali legate alla criminalità contemporanea e al trattamento delle vittime. «Nel mio intervento -ha spiegato il criminologo Antonino Giorgi – mi sono focalizzato soprattutto sul fenomeno mafioso di origine siciliana. Credo che le parole di Giovanni Falcone siano state profetiche in questo caso».
Valerio Bertoncin per #cubelive